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2001 Venne creato, quindi, il nuovo stemma ufficiale: un ovale azzurro contornato d’oro, con, al centro, un cavallo inalberato e rivoltato – riprodotto in argento o in oro, a seconda delle varianti dell’emblema – posto su un pallone da calcio d’oro e con le iniziali ACN, sempre in oro, disposte ad altezze sfalsate, rispettivamente, sulla coda, sulla testa e sotto gli zoccoli delle zampe anteriori della figura equestre. Allorquando Naples e Internazionale confluirono nell’Internaples, emblema del riunificato club divenne un rombo azzurro – colore predominante delle nuove casacche – bordato di bianco; all’interno della bordura, in oro, compariva la scritta UNIONE SPORTIVA INTERNAPLES, con la «N» contenuta nel nome Internaples collocata, in posizione verticale, in corrispondenza dell’angolo basso della figura geometrica; mentre, al centro dello stemma, sempre in oro, era posizionata la sigla USI, le cui lettere erano sovrapposte ed elegantemente intrecciate tra loro. Emblemi di forma circolare erano già stati adottati dal Naples e dall’Internazionale Napoli, i due club progenitori dell’odierno Napoli. Nell’arco degli anni, lo stemma del Napoli ha avuto differenti incarnazioni, sebbene un emblema di forma circolare, caratterizzato da una «N» maiuscola, non dissimile da quella tipica del simbolismo napoleonico, abbia contraddistinto l’identità visiva del club, per la massima parte della sua storia.

Q哥3C 台南-台中-高雄-嘉義-雲林- 苗栗 iPhone 16現貨 手機維修 Mac維修 二手機收購 Non dissimile a quello appena descritto, infine, era un altro emblema adottato sempre dall’Internazionale: anche in questo caso, lo stemma era di forma circolare, con bordura bianca e fondo blu, sul quale, adattandosi alla conformazione dell’emblema, figurava, in bianco, riprodotta con un carattere molto semplice, la sigla USI in maiuscolo. Il Borussia Dortmund, invece, si è voluto legare al presente, omaggiando il suo stadio, il Signal Induna Park, che compare stilizzato in nero su fondo giallo, binomio di colori che da sempre caratterizzano il club. I pantaloncini (bianchi o azzurri) avevano olri blu navy e classica collocazione per numero (blu navy o bianco) e logo del club. La tenuta da trasferta del Napoli è tradizionalmente inversa a quella casalinga: maglia bianca, pantaloncini azzurri e calzerotti bianchi. La divisa 2023-2024 si compone di casacca azzurra, calzoncini bianchi (oppure azzurri) e calzettoni azzurri. La nuova jersey, ovviamente azzurra, aveva dettagli blu navy, quali orli del collo a «V» e delle mezze maniche, un’ampia striscia orizzontale su entrambe le spalle, una sottile striscia verticale sui fianchi nella giunzione tra fronte e retro del corpino. Tra le due guerre, Carcano, Baloncieri, Gandini, Banchero, Avalle, Ferrari e Bertolini furono protagonisti delle stagioni disputate ai più alti livelli nella storia dei grigi e militarono in più occasioni nella Nazionale italiana.

Calzoncini e calzettoni, entrambi a tinta unita, magliette vintage calcio sono dotati dei loghi di club e sponsor tecnico. Dalla stagione 2021-2022, il materiale tecnico è prodotto direttamente dal club. Completano la divisa i calzoncini a tinta unita (bianchi o azzurri) – muniti di logo societario (a destra) e numero di maglia (a sinistra) – e calzettoni azzurri (con logo del club sul fronte e risvolti bianchi). Sui fianchi, nella giunzione tra fronte e retro del corpino, era inserita una sottile striscia bianca. I calzoncini, bianchi o azzurri, avevano, sui fianchi, il logo dello sponsor tecnico (in azzurro o bianco) ripetuto più volte e una striscia (azzurra o bianca) simile a quella del corpino; classica collocazione per numero (azzurro o bianco) e logo societario. Nel campionato di Serie B 1964-1965 il presidente azzurro Roberto Fiore, per scaramanzia, decise di cambiare in corsa la maglia del Napoli: in quel torneo gli azzurri, impegnati nella corsa-promozione, giocarono molte gare con l’allora seconda divisa, bianca con sbarra azzurra. Nell’estate del 2003, Legea divenne il nuovo fornitore ufficiale, ma, a causa delle vicissitudini societarie del club, la collaborazione cessò dopo una sola stagione, sebbene l’azienda pompeiana avesse già concepito e realizzato le divise per il torneo 2004-2005. Sponsor tecnico, con un accordo biennale, divenne, quindi, Kappa, alla quale subentrò, per il triennio 2006-2009, Diadora, che, dunque, ritornava «a vestire» gli azzurri.

La prima maglia a essere «firmata» ufficialmente con il logo dello sponsor tecnico, grazie alle nuove disposizioni della Federazione, fu quella del torneo 1978-1979, realizzata da Puma, la cui partnership con il Napoli ebbe durata biennale. Rigotti sfiora con il secondo posto la riconquista della Serie B, che arriva nella stagione successiva, che, grazie all’arrivo in panchina di Arturo Silvestri, si classifica primo davanti all’Anconitana. Nello specifico, lo stemma del Naples, il cui sfondo, richiamava il template delle proprie maglie, a strisce azzurre e celesti, recava, adagiata al centro, la sigla FBC in maiuscolo, a sua volta sovrapposta da una «n» minuscola che abbracciava e si intersecava con le altre lettere; il carattere usato era ricco di grazie e finemente decorato, il colore adoperato era l’oro. A 18 anni partecipa alla CONCACAF Gold Cup 2003 con la selezione Under-23; la manifestazione, riservata alle nazionali maggiori del Nord e Centro America, vide la partecipazione su invito della nazionale olimpica del Brasile, la quale, nonostante la notevole differenza di età e di esperienza nei confronti delle avversarie, riesce ad arrivare in finale, persa poi contro il Messico di Pavel Pardo. A.S.D. Liberty di Bari (nella precedente stagione disputava gli incontri sul campo di Molfetta), del quale divenne presidente onorario Vito Laruccia, già presidente del Monopoli negli anni 80. Nel primo campionato della sua storia il Liberty Monopoli si piazza al sesto posto, non riuscendo a qualificarsi per i play-off.