Le maglie di fine anni 1960 e di tutti gli anni 1970, a livello di design, sono state apprezzate particolarmente dai tifosi di calcio. Con abbigliamento da calcio per uomo, donna e bambini, divise complete, kit da riscaldamento e abbigliamento da bordo campo. Ho tralasciato il tempo “breve” appositamente in quanto in quel caso saremmo nel campo del re-selling un tema che tratteremo in una delle prossime guide in quanto meritevole di un approfondimento a parte. Quando l’acido carbonico viene a contatto con calcare o carbonato di calcio, può causarne la dissoluzione per un lungo periodo di tempo. Come in tutti i paesi sviluppati, il principale settore economico del Belgio è quello terziario, che contribuisce per quasi tre quarti all’occupazione e alla formazione del PIL. La Vallonia, regione mineraria di precoce industrializzazione e principale motore dell’economia belga fino agli anni settanta, ha sofferto profondamente della crisi del settore siderurgico e si è affacciata alle soglie del XXI secolo con esigenze di riconversione industriale, con un livello di sviluppo inferiore a quello dei paesi limitrofi e con un elevato tasso di disoccupazione.
Ci sono più di 200 parchi, boschi e giardini in città e circa 2,5 milioni di alberi, che fanno di Sheffield la città col più alto rapporto di alberi rispetto agli abitanti di tutta Europa. Va mutando anche la dimensione media delle aziende agricole, che tende ad aumentare con la progressiva scomparsa dei piccoli coltivatori, maglie napoli 2025 sostituiti da strutture societarie in grado di far fronte agli investimenti in meccanizzazione e nuove tecnologie indispensabili per incrementare la produttività dei suoli. Pur essendo praticata in maniera intensiva e con l’ausilio di tecnologie moderne, l’agricoltura riveste un ruolo sempre più marginale nella struttura economica belga: rappresenta poco più dell’1% del PIL e impiega appena il 2% della forza lavoro. L’efficiente regione di Bruxelles si presenta come una grande e moderna metropoli, decisamente cosmopolita e fortemente orientata verso il terziario avanzato, che trae beneficio dall’Unione Europea e dalla globalizzazione economica, ma che appare tuttavia ostacolata dalla limitatissima estensione territoriale (meno dell’1% del territorio belga).
Il Paese è innanzitutto membro del Benelux, unione doganale comprendente anche Paesi Bassi e Lussemburgo, ed è tra i fondatori dell’Unione europea e della NATO. Anche la superficie agricola appare in costante declino, essendo passata da oltre il 50% negli anni sessanta a poco più d’un quarto della superficie del Paese. La più importante branca del terziario è il commercio, che alla fine degli anni novanta è più che raddoppiato rispetto ai valori dei primi anni ottanta, e una base occupazionale di poco inferiore a quella dell’intero comparto manifatturiero. Il particolare rilievo che il commercio, specialmente quello estero, ha sempre rivestito nell’economia belga è da ricollegare alla posizione centrale che il paese occupa nell’area più ricca dell’Europa e all’eccezionale sviluppo delle infrastrutture di trasporto. I servizi privati (commercio, trasporti e comunicazioni, servizi finanziari e assicurativi, locazioni, attività professionali) risultano di gran lunga preponderanti sulle attività della pubblica amministrazione, sintomo di una struttura socioeconomico avanzata. La struttura manifatturiera dell’area di Gand consiste in un antico nucleo di industrializzazione leggera (soprattutto tessile) e di un più recente polo chimico e metallurgico che gravita sulle strutture portuali.
Il più importante è l’agglomerato di Anversa, che ha una struttura industriale orientata verso settori a elevata intensità di capitale e in stretto collegamento con le infrastrutture portuali (chimica, elettronica, agroalimentare); molto sviluppata e tipica dell’area è la lavorazione delle pietre preziose. Il suo sviluppo è dovuto a una pluralità di fattori geografici e storici: una posizione geografica strategica nell’area economicamente più dinamica del continente europeo e un’articolata ed efficiente rete di collegamenti marittimi, fluviali e terrestri, che hanno reso possibile un elevato grado di integrazione economica con i paesi limitrofi; una tradizionale e consolidata esperienza mercantile, che ha sempre proiettato l’economia belga verso i mercati internazionali, supportata in questo da un sistema portuale fra i più sviluppati d’Europa; un’antica tradizione artigiana e industriale risalente al Medioevo (la Fiandra tessile, le armerie di Liegi, i soffiatori di vetro di Charleroi) che, favorita dalla presenza di vasti bacini carboniferi, ha stimolato un precoce sviluppo dell’industrializzazione.