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Juan Roberto Seminario Rodríguez (Piura, 22 luglio 1936) è un ex calciatore peruviano, attaccante che ha giocato in diversi campionati di calcio europei. In pochi sanno però che la maglia rossa della Samp (rispolverata quest’anno per il terzo kit, con la banda blucerchiata posizionata in verticale) è nata da un’idea di Roberto Mancini, attuale ct della Nazionale: tutto nacque alla vigilia di una sfida, nel 1990, contro gli gli svizzeri del Grasshoppers, che aveva colori molto simili a quelli della squadra genovese. Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano, da Corleone al Parlamento, p. Fino alla stagione 1995-96, quando venne decisa la numerazione libera, dal numero 1 al 99, ognuno poteva scegliere quello che preferiva, e da allora se ne sono viste di tutti i colori, dal 44 di Gatti del Perugia al 14 di Fortin del Siena (la pronuncia del numero in inglese era il suo cognome), dal 23 di Materazzi e Ambrosini in onore di Michael Jordan al 32 di Vieri perché diceva gli portasse fortuna (e visti i gol segnati non aveva tutti i torti). Il più prezioso, il 10, era quello del fantasista, del campione più dotato, il numero di Pelè, Maradona, Platini e Baggio. L’addio di Dybala dalla Juventus ha così lasciato vacante l’ambitissima numero 10, un tempo sulle spalle di campioni come Platini, Baggio e Del Piero.

Ben prima delle spese pazze della proprietà qatariota e dei campioni sotto la Tour Eiffel, il Psg era già un club con uno stile invidiabile, che ben si ritrova nella tradizionale maglia home: blu, negozi di maglie da calcio con una banda rossa incorniciata da due sottili righe bianche. La decisione del total red arrivò nel 1964, con debutto ufficiale in una partita di Coppa Campioni contro l’Anderlecht, vinta 3-0. Shankly avrebbe in seguito detto: «In quella gara i giocatori, completamente vestiti di rosso, sembravano dei giganti. Nacque così il kit gara prodotto utilizzando le plastiche recuperate dalle acque delle Maldive. A pochi minuti dalla fine della gara con i tedeschi era giunta l’espulsione di Arnesen, che fu squalificato e privò la squadra di una pedina fondamentale. Viene richiamato Mirko Cudini che porterà la squadra rossonera al 11º posto, salvando la squadra, ma non portandola ai play-off. Nel suo 90º anno di vita ottiene per la prima volta un piazzamento utile per la qualificazione ai play-off per la promozione in Serie B, persi contro il Cosenza. Per modificare la disposizione in campo delle squadre è possibile spostare una o più miniature quando l’azione sta per riprendere (ad esempio se ne possono muovere tre a testa prima di un calcio d’angolo).

Il sistema attualmente più utilizzato per ottenere delle casacche a basso impatto ambientale è quello del riciclo delle bottiglie di plastica. Stiamo parlando della cosiddetta «maglia ghiacciolo» della Roma (così soprannominata perché ricordava vagamente la fantasia cromatica di un ghiacciolo che andava per la maggiore all’epoca): esibita per la prima volta nel 1978, con quell’alternanza di colori che nella parte superiore della divisa sfumava dal rosso all’arancio al giallo, è entrata di prepotenza nell’immaginario collettivo dei tifosi, non solo romanisti. Nel 1982 ecco l’introduzione da parte del partner tecnico NR di quella che sarà poi ribattezzata «maglia bandiera», metà bianca e metà celeste e soprattutto con l’aquilotto stilizzato (introdotto qualche anno prima su input dell’allora presidente Gian Chiaron Casoni) in bella mostra sul petto. Aggregato alla prima squadra dal centro di formazione. Nel 1973, la squadra tedesca dell’Eintracht Braunschweig firmò un accordo con l’azienda locale produttrice di alcool Jägermeister, affinché la società sponsorizzasse l’azienda sulle magliette dei giocatori.

Storicamente, le divise riservate dalla Sampdoria ai suoi portieri si sono a lungo distinte rispetto a quelle dei giocatori di movimento. Le prime erano di lana, poi sono arrivati il cotone e le fibre sintetiche, e ora che siamo sempre più attenti alla sostenibilità ecologica diversi club hanno deciso di realizzare le proprie divise da gioco nel modo più ecologico possibile. Attraverso uno speciale procedimento, infatti, i fondi di caffè vengono trasformati in filati che insieme alla plastica, permettono la realizzazione delle divise da gioco. L’abbiamo rivista sulle spalle dei giocatori giallorossi la scorsa stagione, in una riedizione molto simile alla versione originale, e anche quest’anno il rimando (nella maglia away, più precisamente in corrispondenza delle maniche) è evidente, nonostante il cambio di sponsor tecnico dalla scorsa stagione a quella attuale. Verrà utilizzato quindi per scrivere i nomi dei giocatori e il numero sulla maglia senza dare più libertà di scelta alle singole società. In questo campionato di Serie A non mancano le curiosità legate ai nuovi numeri di maglia: così nessuno troverà in lista il numero 10 al Napoli e alla Roma, nel primo caso perché il numero di Maradona è stato ritirato in omaggio al Pibe de Oro, nel secondo perché nessuno in casa giallorossa si è preso la responsabilità di indossare la maglia che per 20 anni è stata sulle spalle di Francesco Totti.

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